Personale "Pensieri ai margini"

Il 19 marzo 2016 presso l' Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo (Cn) inaugurerà la  personale "Pensieri ai margini", curata e presentata dalla critica d'arte Daniela Lauria.

La mostra resterà aperta dal 19 marzo al 17 aprile 2016

Orario: Sabato 10.30 - 13.00 / 16.00 - 19.00 | Domenica 10.30 - 12.30

Catalogo in mostra 

“L’uomo è condannato a esser libero”

Jean Paul Sartre

Ci sono delle immagini che oltrepassano la barriera visiva per giungere direttamente all'anima, dialogando con il nostro io, invitando la mente alla riflessione.

L'arte di Cristina Saimandi sembra voler assolvere a questo importante compito.

Le sue opere esortano lo spettatore a abbandonare per qualche istante la frenetica vita moderna per condurlo verso una dimensione nuova. E, mentre si consuma l'antico patto tra artista e fruitore, tutto ciò che li circonda e che normalmente fa parte del vivere quotidiano, si mostra finalmente nella sua reale essenza.

Protagonisti indiscussi della produzione artistica di Cristina Saimandi sono gli esseri umani nella loro complessità esistenziale considerata nella loro singolarità e irripetibilità, ma anche nel carattere precario, instabile e incerto, sempre esposto al fallimento e allo scacco.

Analizzare attentamente le didi, queste immagini femminili che hanno perso l'armonia estetica, diventa un'esperienza unica, in cui allontanandosi dal puro dato sensoriale, l'osservazione diventa un atto di coscienza.

L’immagine dunque non si offre con la consistenza di un dato reale, ma si risolve in un processo intenzionale: è un rapporto i cui poli sono la coscienza e l’oggetto verso cui essa si trascende. E se ad una prima vista le immagini sembrano voler negare la realtà visibile, si tratta in verità di tensione verso un altro mondo in continua evoluzione, grazie all'utilizzo di materiali “vivi” come la ruggine che, mediante il processo di ossidazione cambia, perdendo il controllo diretto dell'artista che cede il testimone al tempo che plasma e modifica. Nelle opere di Cristina Saimandi, quindi, le immagini sono strettamente connesse alla coscienza, che nei protagonisti delle sue opere rivelano il loro inestricabile co-appartenersi.

Quei volti, che sembrano aver smarrito ogni umanità perché gli adolescenti hanno gli occhi sporchi, le donne sono coperte da un casco e i condannati a morte hanno il volto evanescente possono essere paragonati ad un incantesimo destinato a far risvegliare in ciascuno di noi una coscienza trascendentale.

Nel trattare la figura umana, rigorosamente bidimensionale, Cristina si orienta verso forme espressive anticonvenzionali che tendono a una progressiva e metodica dissoluzione della forma.

Nell'inquietante serie degli Orange e dei Cartoni, l'artista ha messo a punto un proprio linguaggio di fortissima e tragica espressività, utilizzando il colore non più come tale, ma in quanto puro elemento materico, ora ricco e colante, ora grinzoso e rarefatto, a seconda delle aggiunte di colla, caffè, olio o altre sostanze ancora. In tutta l'opera il colore, allora, si fa materia densa, quasi melmosa, percorsa da cretti rossi che ne interrompono violentemente la continuità.

L'effetto che ne risulta è quello di una ferita che, sfigurando un ipotetico volto spettrale, diventa metafora dell'esistenza umana.

Daniela Lauria