Cristina Saimandi spesso ripete una frase di Luis Borges perché isolandola dal suo contesto salvifico vi trova una tensione comune al suo lavoro: “La morte è vita vissuta, la vita è morte che viene, la vita non è altra cosa che morte che fa sfoggio di sé.
PAOLO THEA
“ La mia arte è un “atto liberatorio” , inteso come processo di elaborazione critica della realtà, dove la ricerca si manifesta attraverso il disegno, il segno, la materia e nulla è più di uno sguardo spogliato e scarno sul mondo, che setaccia immagini raccolte e le impasta con mappe emotive private”
CRISTINA SAIMANDI